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10 juin 2016

Leggende e Tradizioni di Sardegna

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IL MALOCCHIO

Nella dimensione magica sarda rientrano i malefici, atti ad arrecare danno ad animali o persone, influenzando, in certi casi, anche la sfera affettiva o economica di queste ultime.

Oltre alle fatture, chiamate in sardo “Mazzinas”, troviamo il malocchio, che in Sardegna assume diverse denominazioni secondo la località, come ocru malu nel nuorese, ogru malu nel logudorese e ogu malu nel Campidano. Esistono poi tutta una serie di espressioni dialettali utilizzate per designare l’avvenuto maleficio: l’occhio che aggredisce è un occhio cattivo (ogu malu) oppure un occhio che si posa (si ponidi) recando danno, oppure che prende d’occhio (pigai de ogu).

L’effetto deleterio viene causato dallo sguardo, mezzo attraverso il quale si esternano le forze interiori.

Di norma il malocchio può essere lanciato da chiunque (ghettai ogu), donna o uomo, ma non prima de intrai in sanguni , cioè tra adolescenza e prima giovinezza. In passato si ritenevano particolarmente temibili i preti, gli storpi, i guerci e gli orbi da un occhio.

Un’altra categoria è costituita da is Oghiadoris. Si tratta di persone di cui si conosce per certo il loro potere di colpire con il malocchio con più frequenza ed efficacia di qualsiasi altra persona normale, e tale potere si trasmette di genitore in figlio per generazioni.

Nonostante venga riconosciuto dal gruppo il loro influsso negativo, non subiscono emarginazione in quanto il fenomeno del “pigai de ogu” è ritenuto un fatto dei loro occhi, di cui essi in genere non sono responsabili.

Si tratta dunque di un fatto di sangue, congenito, non scelto dall’individuo, per tanto egli è, in linea di massima, assolto dagli effetti negativi di quel potere.
Il motore che attiva il malocchio è il desiderio, l’ammirazione o l’invidia per le altrui cose.

Sentire il desiderio di qualcosa che si vede e che appartiene ad altri comporta automaticamente il rischio che questo qualcosa venga colpito nelle sue peculiarità o venga meno del tutto.

E questo rischio sussiste sia quando il desiderio viene esternato, sia quando esso rimane un fatto intimo dell’individuo, o addirittura un fatto di cui il responsabile non ha piena consapevolezza.

Uguale rischio comportano anche le più comuni espressioni di ammirazione verso persone, animali o cose, soprattutto quando questa ammirazione è determinata da una particolare bellezza dell’entità in questione: un bel bambino o un bel cavallo possono anche morire, una bella pianta può seccarsi, se qualcuno esprime, o anche solo sente ammirazione nei loro confronti e non si adoperano le terapie del caso.

Situazioni come una relazione di amicizia, un matrimonio, un fidanzamento o un lavoro possono venir compromessi quando suscitano l’invidia di qualcuno.

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