Cagliari città delle sorprese
Autore: Juannesalvador
Chi sbarca o atterra a
Cagliari scappa subito a Ovest verso le spiagge di Villasimius o a Sud
in direzione delle sciccherie vacanziere di Guardia de Is Morus. Calma.
Cagliari merita attenzione.
C’era una tempesta di quelle che non si
dimenticano e, a un tiro di cannocchiale dalla costa cagliaritana, un
veliero ballava come un guscio di noce nel ribollire di onde furiose.
Per salvare legni e vele, l’equipaggio gettò alle acque l’intero
carico, compresa una cassa contenente la statua della Madonna. Il
veliero se lo ingoiò il Mediterraneo. La cassa approdò sulla riva ai
piedi del Colle di Bonaria. I frati Mercedari che abitavano la zona,
imbattutisi nella cassa, incuriositi, l’aprirono.Incredibile e
meraviglioso. La madonna sorrideva e in braccio a Lei il bambino Gesù
teneva un cero nella manina. Il cero era acceso, la fiamma sventolava
lieve e giuliva agli occhi dei frati sbalorditi. Frate Efisio da
Cagliari racconterà che, dopo regolare processo canonico tenuto alla
fine del 1500, la favolosa storia uscì dalla leggenda per entrare nella
miracolosa realtà. Questo per dire che il Santuario di Bonaria è una
pietra miliare della lunga storia cagliaritana insieme ai fenici, ai
cartaginesi, ai romani, agli aragonesi e al regno sabaudo. E a Gigi
Riva, che sta fieramente al terzo posto d’un’ideale classifica degli
affetti popolari profondi: la Madonna di Bonaria, Sant’Efisio e il
bomber che dette lo scudetto tricolore al Cagliari.
Ma c’è il resto.
Chè è forte e vasto. Cagliari, 180 mila abitanti, è una città di
movimenti, di vivacità espansa in tutti i campi, dal commercio al
turismo all’arte. E’ una città curiosa, vuol conoscere e sapere. Passa
a ritmo sostenuto dai malloreddus, gnocchetti al sugo corroborati dal
formaggio "dolce sardo" e salsiccia locale, ai concerti di Martha
Argerich. Qui la cultura non è una chiacchiera, è come il miele di
corbezzolo, uno squisito nutrimento. E basta abitare agli inizi di
maggio il Festival di Sant’Efisio per accorgersene. Il sommo Carlos
Kleiber, che dispensava se stesso con il contagocce, decise che
Cagliari era degna della sua presenza di direttore d’orchestra al pari
di Milano e di Firenze. Per il gusto della scoperta, il Teatro Lirico
di Cagliari ospitò l’esordio operistico di Andrea Bocelli in una Bohème
a doppio strato di commozione. Proprio adesso va in scena al Lirico, e
per la prima volta in Italia, "La leggenda della città invisibile di
Kitez e della fanciulla Fevronija" di Nikolaj Rimskij-Korsakov, in
coproduzione con il Bolshoi di Mosca. Dal festival di Sant’Efisio con
la Filarmonica della Scala diretta da Lorin Maazel e la Sachsische
Staatskapelle di Dresda diretta da Myung-Whun Chung alla stagione
d’opera e balletti del Lirico, un maggio con i fiocchi.
E poi
Cagliari oltre all’ascensionale centro storico che dal quartiere
aragonese Marina, alle spalle degli effervescenti portici di via Roma,
sale verso le terrazze e scalinate del panoramico quartiere Castello;
oltre alle chiese e chiesette del quartiere Stampace che, secondo gli
studiosi della materia, è la sintesi dello "Sta in pace" che il gentile
boia aragonese rivolgeva ai sardi disobbedienti prima di buttarli giù
dai bastioni di Santa Croce; oltre al porto che nei mesi estivi sembra
il nipote agitato di quello di Marsiglia, oltre a tutto questo,
Cagliari ha la chilometrica spiaggia del Poetto, un appuntamento di
ristoratrici delizie estive per tutte le borse. E, verso Nord,
l’impressionante strada che imboccando l’interno porta a Muravera
juannesalvador