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5 juin 2008

Cagliari città delle sorprese

muraglia

Autore: Juannesalvador

Chi sbarca o atterra a Cagliari scappa subito a Ovest verso le spiagge di Villasimius o a Sud in direzione delle sciccherie vacanziere di Guardia de Is Morus. Calma. Cagliari merita attenzione.
C’era una tempesta di quelle che non si dimenticano e, a un tiro di cannocchiale dalla costa cagliaritana, un veliero ballava come un guscio di noce nel ribollire di onde furiose. Per salvare legni e vele, l’equipaggio gettò alle acque l’intero carico, compresa una cassa contenente la statua della Madonna. Il veliero se lo ingoiò il Mediterraneo. La cassa approdò sulla riva ai piedi del Colle di Bonaria. I frati Mercedari che abitavano la zona, imbattutisi nella cassa, incuriositi, l’aprirono.Incredibile e meraviglioso. La madonna sorrideva e in braccio a Lei il bambino Gesù teneva un cero nella manina. Il cero era acceso, la fiamma sventolava lieve e giuliva agli occhi dei frati sbalorditi. Frate Efisio da Cagliari racconterà che, dopo regolare processo canonico tenuto alla fine del 1500, la favolosa storia uscì dalla leggenda per entrare nella miracolosa realtà. Questo per dire che il Santuario di Bonaria è una pietra miliare della lunga storia cagliaritana insieme ai fenici, ai cartaginesi, ai romani, agli aragonesi e al regno sabaudo. E a Gigi Riva, che sta fieramente al terzo posto d’un’ideale classifica degli affetti popolari profondi: la Madonna di Bonaria, Sant’Efisio e il bomber che dette lo scudetto tricolore al Cagliari.
Ma c’è il resto. Chè è forte e vasto. Cagliari, 180 mila abitanti, è una città di movimenti, di vivacità espansa in tutti i campi, dal commercio al turismo all’arte. E’ una città curiosa, vuol conoscere e sapere. Passa a ritmo sostenuto dai malloreddus, gnocchetti al sugo corroborati dal formaggio "dolce sardo" e salsiccia locale, ai concerti di Martha Argerich. Qui la cultura non è una chiacchiera, è come il miele di corbezzolo, uno squisito nutrimento. E basta abitare agli inizi di maggio il Festival di Sant’Efisio per accorgersene. Il sommo Carlos Kleiber, che dispensava se stesso con il contagocce, decise che Cagliari era degna della sua presenza di direttore d’orchestra al pari di Milano e di Firenze. Per il gusto della scoperta, il Teatro Lirico di Cagliari ospitò l’esordio operistico di Andrea Bocelli in una Bohème a doppio strato di commozione. Proprio adesso va in scena al Lirico, e per la prima volta in Italia, "La leggenda della città invisibile di Kitez e della fanciulla Fevronija" di Nikolaj Rimskij-Korsakov, in coproduzione con il Bolshoi di Mosca. Dal festival di Sant’Efisio con la Filarmonica della Scala diretta da Lorin Maazel e la Sachsische Staatskapelle di Dresda diretta da Myung-Whun Chung alla stagione d’opera e balletti del Lirico, un maggio con i fiocchi.
E poi Cagliari oltre all’ascensionale centro storico che dal quartiere aragonese Marina, alle spalle degli effervescenti portici di via Roma, sale verso le terrazze e scalinate del panoramico quartiere Castello; oltre alle chiese e chiesette del quartiere Stampace che, secondo gli studiosi della materia, è la sintesi dello "Sta in pace" che il gentile boia aragonese rivolgeva ai sardi disobbedienti prima di buttarli giù dai bastioni di Santa Croce; oltre al porto che nei mesi estivi sembra il nipote agitato di quello di Marsiglia, oltre a tutto questo, Cagliari ha la chilometrica spiaggia del Poetto, un appuntamento di ristoratrici delizie estive per tutte le borse. E, verso Nord, l’impressionante strada che imboccando l’interno porta a Muravera
  juannesalvador

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