UNA BREVE VISITA.
Dall'11 al 18 febbraio andrò in Sardegna
per una breve visita, considerando che nel mio posto di lavoro sono
previste le cosidette "vacanze invernali". Qui in Finlandia le lezioni
hanno inizio il 10 agosto e quindi questo intervallo è ampiamente
giustificato.
Come sappiamo è in corso nella nostra Isola la
campagna elettorale per l'elezione del nuovo consiglio regionale. Da
quel che si legge, nessuna particolare novità: nella nostra terra
calano in continuazione uno stormo di ministri e altissime cariche
dello Stato con le più variegate promesse. Le cronache ci informano che
finalmente i problemi della Chimica saranno defitivamente risolti, i
disoccupati avranno un sostanzioso sussidio per un non lieve numero di
anni, la Sardegna diventerà addirittura un paesaggio dove il verde la
farà da padrone, ed il sorriso tornerà radioso nelle bocche di tutti,
specie dei residenti.
Io che risiedo in lontananza non so
esattamente se ridere o piangere. Quello che mi infastidisce
maggiormente è il constatare con cronometrica precisione come ci si
interessi di noi solo nei giorni precedenti le tornate elettorali. Dopo
di che, gabbata la popolazione, l'indifferenza e l'abbandono
ridiventeranno abituali.
Ricordate l'alluvione di Capoterra di
qualche mese fa? Ebbene, in quell'occasione NESSUNO, dei più alti
vertici dello Stato, si è preoccupato di portare un sostanzioso aiuto e
dei contributi per il domani.
Il problema è sempre lo stesso: noi
siamo considerati sempre più alla stregua di una colonia d'oltremare,
da consumare con lauti banchetti e poi abbandonare al proprio destino.
Ma la colpa di questa situazione ricade anche su noi stessi, sulla
nostra indifferenza, sul nostro modo di essere quasi compiaciuti di
dipendere dal "ricco e potente", che viene e finge interesse mentre in
realtà ci offre solo squallidi piatti di lenticchie.
Il nostro
destino è sempre lo stesso: sembriamo quasi assuefatti di dipendere da
questa generazione di padroni, che sfoggiano le bellezze dell'Isola
solo per mostrarle ai potenti di turno, come si fà quando il maturo
miliardario esibisce alla sua combriccola l'imberbe ragazzina quale
trofeo della sua potenza e arroganza.
E noi sardi sembra che stiamo
a questo gioco, che non abbiamo la minima forza per ribellarci e
reagire: è il nostro destino, a pensarci bene. Evidentemente non ci
meritiamo altro. Perchè è arrivato il momento di parlare chiaramente:
siamo solo bravi a subire senza reagire, ad accettare tutto, anche le
più gravi nefandezze. Non riusciamo a prendere alcuna iniziativa
personale, ci lamentiamo di tutto, ci sentiamo vittime del destino e
della predestinazione. Sembra che quasi, privi di qualsiasi forza
propulsiva, ci faccia piacere dipendere dagli altri, promettendo loro
il voto senza nulla in cambio, se non le loro false promesse.
Forse
abbiamo ciò che meritiamo. Forse l'essere una "colonia" ci fà star
meglio, forse ancora l'aspettare il lavoro stando comodamente seduti in
poltrona rientra nel nostro modo di vivere e concepire la società. Ma
se è così, smettiamola una volta per sempre di lamentarci contro tutto
e tutti, e prendiamocela solo con noi stessi, con la nostra voglia di
subire senza reazione.
Queste elezioni rappresentano una specie di
cartina di tornasole al riguardo. In questi giorni l'Isola è
frequentata come non mai dai "grandi" dello Stato. Noi stiamo a
guardare ed osservare incuriositi. Io stesso, quando arriverò fra non
molti giorni, sarò portato a verificare ciò che pensano i miei
corregionali. Il mio pessimismo nasce proprio dalla considerazione che
i primi a non volere alcun "cambiamento" siamo noi, eternamente
destinati a dipendere dallo Stato centrale, che tutto decide, dispone e
controlla, alla faccia della gente sfiduciata che si prostra
invariabilmente ai loro piedi, eterna testimonianza del valore della
differenza di classe e di censo.
Vedrò, con più precisione, quale
sia la quantità dei miei corregionali che ancora credono alle lusinghe
e alle promesse di questi pseudo signori. Anzi, di questi pseudo
padroni dei nostri stivali.
Mario Sconamila - email : mario.sconamila@elisanet.fi