Maria Giacobbe
Un écrivain sarde déjà très connue et à ne pas manquer .....
ELLE nous envoie un message de sa terre d"adoption,
pour sa terre natale e pour nous tous qui aimons la SARDAIGNE
Du même auteur il existe une vieille édition de " Diario d'una maestrina"(Institutrice en Sardaigne) trad. Magda Martini, Les Éditions Ouvrières, Paris 1963).
Carissimi tutti!
Sono Maria Giacobbe, da oltre cinquant'anni abito a Copenaghen (dove ho due figli e quattro nipoti), e da oltre cinquant'anni scrivo e pubblico(narrativa, poesia e saggi) in italiano e in danese, sempre con occhio alla Storia (contemporanea e no) e senza mai perdere di vista quella sarda.
Dopo la nascita del mio primo figlio ho dovuto prendere la nazionalità danese e automaticamente ho perduto quella italiana e, insieme a questa, la possibilità di votare in Italia.
Mai come questa volta mi è dispiaciuto di non poter votare in Sardegna perché sentivo che questa volta i Sardi votando un uomo onesto, intelligente, originale, dalle idee moderne e coraggiose anche su un modello di sviluppo sano e con prospettive sane per la nostra regione, come Renato Soru ha dimostrato di essere,
e non votando lo sconosciuto presentato agli elettori come un muto burattino del Wanna Marchi della politica italiana: il fin troppo noto ciarlatano, arretrato d'idee e comportamenti - sulla cui onestà la magistratura italiana ha già dato il suo non favorevole giudizio - che durante la campagna elettorale si é permesso di trattare i Sardi come degli imbecilli, promettendo loro i soliti specchietti, collanine e amuleti contro il malocchio e persino "un nuovo piano Marshall" e, perché no? magari anche una nuova utlizzazione oltre che interpretazione dei nuraghi, -
avevano l'occasione di dimostrare a se stessi, agli Italiani e al mondo di aver capito il gioco, di essere delle persone intelligenti e serie, di essere degli elettori coscienti della propria dignità e di non essere
della povera merce da svendita.
Troppi elettori invece ci sono cascati e come Sardi abbiamo purtroppo perduto questa occasione. La Sardegna è ancora una volta una terra da conquista, aperta all'arrembaggio dei palazzinari e dei "Rovelli" del
momento.
Ma continuo a credere che il marciume italiano e sardo di oggi (le 3M che si reggono sulla creduloneria e superficialità di troppi) non sia eterno.
Come non è stato eterno il fascismo di cui l'attuale marciume è la versione moderna: col doppiopetto scuro al posto dell'orbace nero e le scarpe col rialzino al posto degli stivali, nonché e soprattutto con i progetti faranoici e le colate di cemento al posto della conquista dell'Impero e del libro e moschetto.
Le vostre lettere, le manfestazioni di piazza, le proteste degli operai che perdono il lavoro, gli articoli di denunzia e gli interventi pubblici chiarificatori, sono un sintomo di rinascita possibile che vorrei appoggiare.
Sono d'accordo con Gianna, Giuliana, Maria Luisa,Giuseppina, Paola, Amelia e tutti gli altri che in questa nostra corrispondenza hanno portato tante proposte positive.
Ho firmato l'appello degli architetti e ho provveduto a diffonderlo perché mi sembra urgentisimo e importantissimo bloccare la mano agli stupratori della nostra Isola.
Una volta fatto, il danno è praticamente irrimediabile.
Sono anche d'accordo sul dare una certa consistenza (organzzativa) politica al nostro gruppo. Sono convinta che da lontano si vede con più chiarezza e maggiore profondità, senza lasciarsi distrarre da particolarismi e, qualche volta, da irrazionali motivi di simpatie-antipatie personali.
Ma da lontano abbiamo minori possibilità di "agire".
Per questo suggerirei anch'io di appoggiarci al gruppo di collaboratori diretti di Soru anche per essere in contatto con i "nostri" rappresentanti in Sardegna. Non per burocratizzare la nostra iniziativa e i nostri
sentimenti, ma per dare loro una maggiore consistenza ed efficacia nell'azione politica.
Affettuosi saluti e auguri a tutti voi
Maria Giacobbe