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14 août 2011

Appello contro l’abolizione della Circoscrizione Estero

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VOTO ALL’ESTERO: UN DIRITTO PER GLI ESPATRIATI, UN DOVERE PER L’ITALIA

Con progetto di riforma della Costituzione proposto dal Ministro “per la semplificazione” Roberto CalderoLi (noto come autore della pessima legge elettorale attuale, detta “porcellum”), il governo fa dietro-front sul voto degli italiani all’estero.

Il voto all’estero è il frutto di 40 anni di lotte, culminate, nel 2006, nella costituzione di una Circoscrizione Estero, con diritto di rappresentanza oltre che di voto.

Il progetto di Calderoli è basato sul principio “no tax, no poll”: chi non paga le tasse in Italia non vota. Principio che non si applica, in Italia, agli evasori fiscali che rappresentano – da soli e unicamente nei primi 5 mesi del 2011 – un giro d’affari di 23 miliardi di euro.

Gli italiani all’estero hanno già pagato in passato, quando le rimesse facevano sopravvivere e/o ricostruire interi paesi o facevano mangiare intere famiglie. Pagano oggi i giovani e i precari, costretti a cercare altrove opportunità di studio e di lavoro. Vecchi e giovani pagano e contribuiscono all’economia, dirigenti di imprese, presidenti di associazioni o semplici “ambasciatori”, attraverso la promozione quotidiana di lingua, cultura, enogastronomia, turismo verso una madre patria che rinnega i suoi figli.

Infine l’uso di brogli elettorali, come se questo succedesse solo all’estero, non è che un ennesimo tentativo di togliere voti alla democrazia.

Non si può modificare la Costituzione discriminando una parte dei cittadini. Senza il diritto di voto, gli italiani all’estero non sono nemmeno cittadini di serie B: sono “semplicemente” stranieri, stranieri fuori e stranieri dentro.

Gli italiani all’estero, solidali con chi, per motivi diversi, si oppone questa proposta di riforma – deleteria per la democrazia anche nei suo altri punti – chiedono al Presidente della Repubblica di porre un veto a questa misura iniqua e discriminatoria.

 

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