La società Umanitaria Cineteca sarda di Cagliari
presenta
mercoledì
7 aprile 2010 - alle ore 19.00
Salone
della Società Umanitaria
viale Trieste 126
SENZA FERRO
un
film documentario di Giuseppe Casu
Italia,
2009
introduzione
di Marcello Marras
coordina Antonello Zanda
ingresso libero
Produzione: Giuseppe Casu, con il patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna e con il contributo della Provincia di Oristano
Regia e Soggetto: Giuseppe Casu
Fotografia: Giuseppe Casu e Adriano Mestichella
Montaggio: Andrea Ciacci
Suono: Gianluca Stazi
Musica: difondo
Consulenza scientifica: Roger Emmi
Durata: 52’
Sinossi: Antonio Casu, ormai 71enne, si dedica completamente alla vita della sua atipica scuderia: il Giara Club. Qui da circa 30 anni realizza il suo sogno d'infanzia, far correre i bambini sui cavallini selvaggi della Giara. Ora rivive ogni giorno i successi e le delusioni di quando lui era cavaliere alla Sartiglia, la grande festa equestre di Oristano, mentre i giovani crescono e si responsabilizzano.
Ruotando intorno alla storia di Antonio, raccontata da lui stesso, viviamo dall'interno la vita quotidiana al Giara Club: la sua particolare forma di autogestione, le iniziazioni, gli allenamenti, i viaggi, in un intreccio continuo con la tradizione plurisecolare della Sartiglia.
Il film, interamente ambientato in Sardegna, offre visioni originali e ricche di valenze identitarie: la trasmissione dell'eredità ne è il tema fondamentale.
Dal punto di vista narrativo, il passaggio di consegne tra Antonio e Ignazio, l'allenatore dei bambini, viene investigato lungo tutta la durata del film, così come la trasmissione del sapere di Ignazio ai piccoli. Visivamente, la trasmissione della tradizione fra tre generazioni consecutive è rappresentata attraverso l'uso di vari supporti fotografici: dal repertorio in 8mm di 50 anni fa alle immagini contemporanee girate in super8, passando per il digitale e le foto storiche.
Il film termina con una profonda immersione nella Sartigliedda, il vero banco di prova per questi giovani, davanti agli oristanesi che vedono in loro il futuro della festa più grande, la Sartiglia, a cui è legata a doppia mandata l'identità culturale di Oristano.